La figura del Milite Ignoto rappresenta una delle più significative espressioni della memoria collettiva legata alla Prima Guerra Mondiale. In Italia, la sua istituzione risale al 1921 e risponde all’esigenza di commemorare simbolicamente tutti i soldati caduti in guerra dei quali non fu possibile identificare l’identità.
Storia del Milite Ignoto: simbolo di eroi senza nome
La storia del Milite Ignoto riflette il profondo senso del patriottismo italiano. Il Milite Ignoto, sepolto presso l’Altare della Patria a Roma, è divenuto nel tempo un punto di riferimento per la simbologia del valore della patria, assumendo un ruolo centrale nelle celebrazioni ufficiali e nella costruzione dell’identità nazionale nel corso del Novecento.
Il contesto storico: la fine della Prima Guerra Mondiale

La Prima Guerra Mondiale fu un conflitto di proporzioni devastanti, che lasciò conseguenze significative in Europa e nel mondo. L’Italia, entrata in guerra nel 1915, vide la morte di centinaia di migliaia dei suoi giovani in battaglie sanguinose. Essi furono spesso sepolti in tombe anonime e collettive. Questa generazione di soldati, moltissimi dei quali non furono mai identificati, divenne un simbolo del costo umano del conflitto.
Nel Dopoguerra, l’Italia, come molte altre nazioni, cercò un modo per onorare questi eroi senza nome. La storia del Milite Ignoto rappresenta un simbolo commemorativo dedicato a tutti i soldati caduti in guerra la cui identità non è stata possibile accertare. La sua funzione è quella di onorare collettivamente i militari morti in combattimento senza nome.
La selezione del Milite Ignoto

La scelta del Milite Ignoto non fu un semplice atto burocratico, ma un momento di intenso coinvolgimento emotivo nazionale. Una commissione speciale, istituita dal Ministero della Guerra, ebbe il compito di selezionare undici salme di soldati ignoti, caduti nei diversi fronti di guerra italiani. Queste salme furono poi portate nella Basilica di Aquileia il 28 ottobre 1921, in una cerimonia in cui si scelse la bara da tumulare all’Altare della Patria a Roma.
La Commissione per la selezione delle salme
Il processo di selezione delle salme dei militi ignoti fu affidato a una commissione speciale, istituita dal Ministero della Guerra nel 1921. Questa commissione era presieduta dal Tenente Generale Giuseppe Paolini, Ispettore per le Onoranze alle salme ai caduti di guerra. Comprendeva inoltre sia figure militari che civili, inclusi il Colonnello Vincenzo Paladini e il Maggiore Medico Nicola Fabrizi. Il loro compito consisteva nello scegliere undici salme di soldati caduti sul fronte della Grande Guerra. Ognuna proveniva da una zona diversa del conflitto, per rappresentare tutti i soldati italiani caduti e dispersi.
Le salme furono individuate cercando di includere tutti i principali luoghi del fronte italiano in cui avevano combattuto i differenti reparti dell’esercito, compresa la Regia Marina. La commissione dovette anche garantire che ogni soldato selezionato fosse veramente ignoto, senza alcun segno di riconoscimento, in modo che potesse rappresentare equamente tutti i soldati non identificati.
Maria Bergamas

Le autorità italiane affidarono a Maria Bergamas, originaria di Gradisca d’Isonzo e madre di Antonio Bergamas, un soldato disperso durante la Prima Guerra Mondiale, il compito di selezionare la salma del Milite Ignoto.
In virtù della sua condizione di madre di un caduto senza tomba, ebbe il compito di scegliere, il 28 ottobre 1921, tra undici salme di soldati ignoti provenienti da diversi campi di battaglia. La bara da lei indicata fu quella destinata a essere tumulata presso l’Altare della Patria a Roma. La sua scelta fu un omaggio personale al figlio perduto, ma anche un simbolo per rappresentare il dolore di tutte le madri italiane che avevano sacrificato i loro figli in guerra.
Il viaggio commemorativo del Milite Ignoto: da Aquileia a Roma

Il viaggio del feretro del Milite Ignoto da Aquileia a Roma fu un momento di profonda commozione in tutto il Paese. Un treno speciale trasportò la bara, posta sull’affusto di un cannone. Il treno partì il 29 ottobre 1921 da Aquileia. Durante il percorso, una folla si riunì in ogni stazione del tragitto per salutare lo speciale convoglio.
Il silenziò accompagnò il viaggio, interrotto soltanto dalla musica de “La Leggenda del Piave”, l’unica melodia autorizzata in questa circostanza. A ogni fermata, migliaia di cittadini si radunavano in silenzio, rendendo omaggio alla bara ricoperta dalla bandiera italiana, simbolo dell’eroismo anonimo e del sacrificio collettivo.
L’arrivo a Roma
Il 2 novembre, il treno arrivò a Roma, dove una folla immensa e le più alte cariche dello Stato, incluso il re e la famiglia reale dei Savoia, accolsero la bara. Il percorso dal treno fino all’Altare della Patria divenne un corteo, unendo i cittadini nel ricordo comune dei caduti e nella celebrazione della loro eroicità.
La tumulazione all’Altare della Patria

Il 4 novembre 1921, in occasione del terzo anniversario della fine della Grande Guerra, la bara contenente i resti del Milite Ignoto fu tumulata all’Altare della Patria del Vittoriano a Roma. Alla presenza del re Vittorio Emanuele III e delle più alte cariche dello Stato, una solenne processione seguì il feretro fino al luogo del riposo finale.
All’Altare della Patria, la bara del Milite Ignoto si trova nella tomba realizzata ai piedi della statua della dea Roma. La tomba del Milite Ignoto divenne un punto di riferimento nazionale. Ai suoi piedi i cittadini potevano esprimere il loro rispetto e la loro gratitudine per i sacrifici fatti in guerra in nome della libertà e dell’identità italiana. La presenza costante di una guardia d’onore costituita da due militari appartenenti alle diverse forze armate italiane e la deposizione di corone d’alloro simboleggiano il rispetto e l’omaggio continuo che la nazione dedica ai suoi eroi senza nome.

Libri per approfondire
Il giorno del Milite Ignoto: Cronaca delle celebrazioni in Italia e all’estero
Ignoto militi. La scelta di Maria