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I Mòcheni e la loro valle

mocheni
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La comunità dei Mòcheni rappresenta una delle minoranze etniche e linguistiche più affascinanti d’Italia, situata nella suggestiva Valle dei Mòcheni, in Trentino. Una realtà che ha saputo conservare la propria identità nel tempo.

Origine e insediamento dei Mocheni

Prima del Medioevo, la Valle dei Mòcheni era utilizzata prevalentemente per il pascolo estivo, senza insediamenti stabili. Solo a partire dalla metà del XIII secolo iniziarono a formarsi i primi nuclei abitativi permanenti, concentrati principalmente nella parte bassa della valle.

Nel XIV secolo, gli insediamenti si espansero anche verso le zone più elevate e meno accessibili. In questa fase, sorsero i primi masi con residenti stabili. Gli abitanti di questi nuovi insediamenti, denominati roncadori (dal termine “roncola”, lo strumento utilizzato per dissodare il terreno), erano principalmente agricoltori di origine germanica che si stabilirono prevalentemente sul Monte di Fierozzo.

L’influenza germanica nel Medioevo

Fierozzo
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Durante il Medioevo, la Valle dei Mòcheni era soggetta al controllo del Castello di Pergine, mentre il Monte di Fierozzo era un feudo del Principato Vescovile di Trento, concesso in affitto perpetuo alla comunità di Povo. Successivamente, il monte passò sotto il dominio dei conti del Tirolo, contribuendo a un progressivo processo di germanizzazione dell’area.

A partire dal XV secolo, la giurisdizione fu spartita tra i castellani di Pergine e alcune casate nobiliari tedesche, tra cui i Frauenberg, i Greifenstein e gli Starkenberg. Nel 1400, i castellani di Pergine controllavano già 32 masi a Fierozzo, segno della crescente importanza dell’insediamento.

L’arrivo dei canopi e l’attività mineraria

Tra il XV e il XVI secolo, una nuova ondata migratoria proveniente dalle aree germaniche portò in valle lavoratori specializzati nell’estrazione mineraria, noti come canopi. Attirati dalle ricche risorse minerarie della zona, i canopi contribuirono allo sviluppo dell’attività estrattiva, che divenne uno dei pilastri dell’economia locale.

Nella valle si estraevano rame, argento, piombo e quarzo, materie prime che alimentarono per secoli il settore minerario. L’estrazione proseguì fino agli anni Settanta del Novecento, con la chiusura delle ultime miniere di fluorite.

L’evoluzione economica

A partire dal XVIII secolo, l’attività commerciale tipica della valle fu quella dei Krumer (italianizzati in Cròmeri), contadini che durante i mesi invernali si trasformavano in venditori ambulanti. Inizialmente commerciavano immagini religiose sotto vetro, reperite in Boemia Meridionale, Austria e Baviera. Con il tempo, la loro offerta commerciale si ampliò, includendo stoffe per abiti, minuteria per cucire e ricamare.

Questa attività, che portava i cròmeri a viaggiare fino ai confini dell’Impero ottomano, si protrasse fino agli anni Sessanta del Novecento, quando andò progressivamente a scomparire.

Le due guerre

cosa vedere valle dei mocheni
Visit Trentino

Durante la Prima Guerra Mondiale, la valle fu teatro di operazioni militari. Lo scrittore Robert Musil, in qualità di tenente dell’esercito austro-ungarico, combatté in questa zona, descrivendola nei suoi diari e nelle sue opere letterarie. Nella novella Grigia, definì per la prima volta la Valle dei Mòcheni come una “valle incantata”, una denominazione che ancora oggi evoca il fascino di questo territorio.

Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1942, numerosi abitanti di lingua mòchena optarono per il trasferimento nelle fattorie del Protettorato di Boemia e Moravia, come previsto dall’accordo del 1939 tra Hitler e Mussolini. Tale accordo consentiva alle minoranze etniche germaniche di trasferirsi in territori sotto il controllo nazista, ma la maggior parte dei residenti rientrò in valle al termine del conflitto.

La lingua Mòchena

Bersntoler Kulturinstitut
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Il mòcheno è una lingua appartenente al gruppo delle lingue germaniche superiori e rappresenta uno degli esempi più chiari di conservazione linguistica in Italia. La lingua mòchena, conosciuta localmente come Bersntolerisch, è profondamente influenzata dai dialetti bavaresi e tirolesi. La sua origine risale al XIII secolo, quando coloni germanici si insediarono nella valle, portando con sé il loro idioma. Grazie all’isolamento geografico e all’auto-sufficienza degli insediamenti, il mòcheno ha mantenuto nei secoli numerose caratteristiche linguistiche arcaiche, preservando strutture grammaticali e lessicali che altrove si sono evolute o estinte.

Durante il periodo fascista, la lingua subì un forte processo di italianizzazione forzata, come accadde per altre minoranze linguistiche germanofone presenti nel Trentino-Alto Adige. L’uso del mòcheno fu vietato nelle scuole e negli uffici pubblici, e molti abitanti furono costretti a italianizzare i propri cognomi e i toponimi locali. Nonostante queste pressioni, la comunità riuscì a mantenere viva la lingua, trasmettendola oralmente alle nuove generazioni.

Il mocheno dal Dopoguerra a oggi

Nel secondo dopoguerra, il movimento per la tutela delle minoranze linguistiche contribuì a un progressivo riconoscimento del mòcheno. Il Bersntoler Kulturinstitut, istituito a Palù del Fersina, divenne un centro cruciale per la salvaguardia e la promozione della lingua. Oggi, il mòcheno è ufficialmente riconosciuto come lingua minoritaria e viene insegnato nelle scuole locali, oltre a essere utilizzato nelle celebrazioni religiose, nelle feste tradizionali e in pubblicazioni culturali.

Attualmente, il mòcheno è parlato principalmente nei comuni di Fierozzo, Frassilongo e Palù del Fersina, dove si registrano ancora nuclei di popolazione che usano quotidianamente il dialetto. Tuttavia, la globalizzazione e l’urbanizzazione hanno ridotto significativamente il numero dei parlanti, rendendo urgente l’implementazione di politiche di tutela linguistica, affinché questa preziosa testimonianza storica non vada perduta.

Tradizioni e cultura

cultura e tradizioni
Trento 2018

La cultura mòchena è profondamente legata alla vita rurale e al ciclo delle stagioni. Tra le tradizioni più radicate vi è la coscrizione, un rito di passaggio per i giovani che raggiungono la maggiore età, durante il quale indossano il “kronz”, un copricapo decorato. Un’altra celebrazione significativa è il “Canto della Stella” (Stèla), che si svolge nel periodo natalizio e vede i coscritti cantare inni tradizionali di casa in casa.

L’economia della Valle dei Mòcheni si basa prevalentemente sull’agricoltura, l’allevamento e il turismo. La coltivazione di piccoli frutti, come fragole, mirtilli e lamponi, è particolarmente sviluppata. Tra i prodotti tipici della valle si annoverano il “cuccalar“, un pane non lievitato a base di farina di frumento e segale, e la “treccia mochena“, un dolce ripieno di crema pasticcera e confettura di mirtilli.

Architettura e paesaggio

valle dei mocheni
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La Valle dei Mòcheni è caratterizzata da un paesaggio montano che combina armoniosamente natura incontaminata e architettura tradizionale. Gli insediamenti della valle sono costituiti prevalentemente dai masi, strutture abitative tipiche dell’arco alpino, realizzate in legno e pietra. Questi edifici, originariamente concepiti come unità agricole autosufficienti, presentano una struttura compatta che integra la zona abitativa, la stalla e il fienile sotto lo stesso tetto. I masi della valle, inoltre, conservano spesso al loro interno antichi strumenti agricoli, oggetti d’uso quotidiano e mobili intagliati a mano, testimonianza dell’artigianato locale.

Dal punto di vista paesaggistico, la valle offre scenari mozzafiato, con boschi di larici, abeti rossi e prati alpini che si estendono fino alle vette del gruppo del Lagorai. Durante la stagione estiva, i pascoli si animano di mandrie al pascolo, mentre in inverno, la neve trasforma la valle in un quadro idilliaco. Uno degli elementi architettonici più affascinanti della valle è il Filzerhof, un maso-museo situato a Palù del Fersina, che offre uno spaccato della vita rurale tradizionale. Al suo interno, i visitatori possono ammirare ambienti ricostruiti fedelmente, come la cucina con il grande focolare, la stalla e il fienile.

Valle dei Mòcheni cosa vedere

Filzerhof
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Il Museo Pietra Viva di Sant’Orsola Terme rappresenta un importante punto di riferimento per la valorizzazione della storia mineralogica e etnografica della Valle del Fersina, con una collezione di minerali rari e preziosi, tra cui una spettacolare grotta di cristallo. Il Museo Minerario S Pèrgmandlhaus, situato in una tradizionale abitazione che un tempo ospitava famiglie di minatori, racconta la storia delle miniere di ferro e rame della Valsugana. Il Filzerhof, situato a Fierozzo, è un antico maso rurale che consente ai visitatori di rivivere la quotidianità della comunità mòchena.

La Sog van Rindel è un’antica segheria che racconta l’importanza del legno nella vita e nell’economia locale, mostrando le tecniche tradizionali utilizzate per il taglio e la lavorazione del legno. Situato a Frassilongo, il Mil è un antico mulino che conserva ancora intatte le strutture originali e i meccanismi tradizionali. Situata vicino al Lago di Erdemolo, la Miniera di Erdemolo rappresenta un affascinante sito storico che racconta il passato minerario della Valle dei Mòcheni. Oggi, grazie a percorsi guidati, i visitatori possono esplorare gli antichi tunnel e scoprire le tecniche estrattive del passato.

La Strada dei Mòcheni

strada dei mocheni
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La Strada dei Mòcheni, che corrisponde alla SP 8, è un suggestivo percorso stradale che attraversa l’intera valle, offrendo un’esperienza unica tra panorami montani e insediamenti storici. Il percorso si sviluppa da Pergine Valsugana fino ai comuni di Sant’Orsola Terme, Frassilongo, Fierozzo e Palù del Fersina, consentendo di esplorare il cuore della comunità mòchena.

La strada si snoda tra tornanti, salite e discese, attraversando boschi di larici, prati alpini e masi tradizionali. Il Passo del Redebus rappresenta uno dei punti più panoramici, offrendo un collegamento con l’altopiano di Piné e l’area archeologica di Acqua Fredda. A Palù del Fersina è possibile visitare il Bersntoler Kulturinstitut, che ospita mostre e percorsi dedicati alla storia e alla lingua mòchena.

Area archeologica di Acqua Fredda

Area archeologica di Acqua Fredda
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Situata a 1.440 metri di altitudine presso il Passo del Redebus, tra l’altopiano di Piné e la Valle dei Mòcheni, l’area archeologica di Acqua Fredda rappresenta una delle più significative testimonianze della metallurgia preistorica nell’arco alpino. Questo sito, attivo tra il XIII e l’XI secolo a.C., era un importante centro per la lavorazione del rame. Gli scavi, iniziati nel 1979 durante lavori stradali e proseguiti fino al 1995, hanno portato alla luce una serie di strutture metallurgiche, tra cui una batteria di nove forni fusori. Accanto ai forni sono stati rinvenuti strumenti come macine in pietra per la frantumazione del minerale e resti di strutture lignee.

A valle dell’area dei forni è stata identificata una vasta discarica di scorie, estesa su circa 2.200 metri quadrati. Questa discarica testimonia l’intensa attività metallurgica svolta nel sito. Le analisi hanno stimato un accumulo di circa 800-1.000 tonnellate di materiale, indicando una produzione su larga scala.

Musealizzazione e valorizzazione

Il sito di Acqua Fredda è associato alla cosiddetta “Cultura di Luco-Meluno“, caratterizzata da una produzione metallurgica avanzata e da oggetti ceramici distintivi. Le comunità di questo periodo, organizzate in strutture tribali, controllavano le attività estrattive e metallurgiche, contribuendo alla diffusione del rame trentino in vaste aree dell’Europa, dalla Scandinavia alla Bulgaria.

Dal 2008, l’area archeologica di Acqua Fredda è musealizzata e resa accessibile al pubblico. Una struttura di copertura protegge i resti archeologici, mentre l’area circostante è attrezzata per ospitare eventi di archeologia sperimentale e attività didattiche.

Libri per approfondire

Verso casa. Dalla valle dei Mòcheni a Bolzano

Mocheni immagini

Mappa Valle dei Mocheni

Mappa Valle dei Mocheni
Bersntoler Kulturinstitut

Meteo Palù del Fersina


Meteo Palu' del fersina

Uffici di informazioni turistiche Valle dei Mocheni

  • Pro Loco di Palù del Fersina
    Località Lenzi, 42
  • Pro Loco di Fierozzo
    Maso Ronca, 1
  • Pro Loco di Sant’Orsola Terme
    Località Pintarei
  • Pro Loco di Frassilongo
    Maso Paoli, 49