Incassato come una gemma d’arenaria nel crinale dei Vosgi, il castello di Haut-Koenigsbourg domina a 757 metri la pianura renana e l’Alsazia, con lo sguardo che nei giorni tersi corre fino al balenare delle Alpi. La sua fama non nasce soltanto dall’altitudine, che ne fa, per tradizione locale, il maniero più alto d’Europa, ma da una singolare stratificazione di tempi, poteri e racconti che vi si sono depositati: un medioevo ricostruito all’alba del Novecento, un’identità sospesa tra mondo tedesco e francese, un repertorio di leggende dimenticate. Visitare Haut-Koenigsbourg significa attraversare, in poche ore, secoli di architettura militare, di restauri e di storie dove il confine tra mito e realtà è labile.
Il castello di Haut-Koenigsbourg

Le prime attestazioni del castello di Haut-Koenigsbourg risalgono al XII secolo. All’epoca si presentava come una sentinella di pietra, incardinata su uno sperone d’arenaria rossa, concepita per vigilare sui passaggi tra foreste, vigneti e vie commerciali. Come molte rocche dei Vosgi, conobbe fasi alterne di potenziamento e decadenza, incendi e rifacimenti. Poi, agli inizi del Novecento l’imperatore Guglielmo II affidò a Bodo Ebhardt, architetto e studioso di fortificazioni, il compito di restituirgli forma e funzione. Il restauro seguì criteri che oggi definiremmo filologico-interpretativi. Riemersero in tutto il loro splendore torri e bastioni merlati, cortine, porte e rivellini, cortili, cammini di ronda e il mastio. Dentro, un percorso di sale monumentali – armerie, cucine, saloni di rappresentanza, la cosiddetta Sala del Kaiser – mette in scena arredi, armature, tappezzerie, emblemi araldici. È il medioevo che il primo Novecento volle riconoscere e, in parte, immaginare.
Nato in un mondo imperiale germanico, il castello di Haut-Koenigsbourg passò attraverso signorie locali, conobbe il lungo travaglio dei confini alsaziani, per poi rientrare alla Francia nel 1919. Questa alternanza non è un dettaglio. Nelle decorazioni, nelle iscrizioni, nelle stesse scelte museografiche vive un dialogo tra memoria tedesca e memoria francese, che rende Haut-Koenigsbourg un simbolo condiviso e, al tempo stesso, conteso.
La cittadella di roccia: forma e veduta

L’impianto planimetrico asseconda il profilo dello sperone roccioso. Il complesso si stende come una nave lungo la cresta, con cortili in sequenza, livelli sfalsati, scale ripide intagliate nelle cortine. La pietra rosa dei Vosgi, densa e materica, accende al tramonto un bagliore che pare bruciare i merli. Il fossato scavato nella roccia ridisegna il bordo. Tutto, qui, è visibilità e controllo: dal mastio, l’occhio abbraccia la pianura renana, spazia tra filari della Route des Vins d’Alsace, segue le curve del Reno, si spinge, quando l’aria è tersa, fino alla linea seghettata delle Alpi.
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Le leggende del castello di Haut-Koenigsbourg

Oltre l’architettura, il castello di Haut-Koenigsbourg custodisce numerosi racconti storici e leggende. Nel cortile interno, una cisterna reca la figura consumata di una sirena. Secondo il folklore, chi vi posa lo sguardo a notte fonda ode un canto lontano, eco di anime erranti. È un motivo antico: il pozzo come orecchio del castello, il canto come memoria che non si lascia chiudere.
Nella Sala del Kaiser, un’aquila distende le ali sul soffitto. Si racconta che la pittura sia stata tracciata non solo per ornare, ma per proteggere: un segno apotropaico contro presenze ostili. Alcuni visitatori giurano di avvertire, varcando la soglia, un brivido lungo la schiena: suggestione? Forse. Ma ogni castello vive anche di questo.
Un’ultima credenza avvolge il pozzo fortificato: gettare una moneta, attendere il vento giusto, ascoltare. Se l’aria corre nella direzione propizia, dal fondo salirebbe un sussurro del futuro. Un tempo presagio da interpretare con timore, oggi è rito giocoso: eppure il gesto conserva un resto di gravità, come se il castello pretendesse, in cambio, un patto di attenzione.
Un museo vivo: sale e apparati

L’odierno percorso espositivo comprende pannelli e apparati raccontano le tecniche murarie medievali, spiegano le scelte del restauro novecentesco, illustrano fasi e materiali che si son o succeduti. Le cucine ricostruite – con focolari, spiedi, stoviglie – offrono il contrappunto domestico alla severità delle sale d’armi. La sala del trono risolve in simboli l’aspirazione del potere attraverso emblemi, bestiari, iscrizioni.
Da anni il castello è anche centro culturale: conferenze, rievocazioni, programmi didattici per scuole e visitatori curiosi che mettono in mano a grandi e piccoli copie di strumenti. Le visite tematiche che percorrono, di volta in volta, l’itinerario della difesa, della cucina, del simbolo.
Vini, sentieri, paesaggi: una tappa sulla Route des Vins
Haut-Koenigsbourg si trova a cavallo della Route des Vins d’Alsace. Un fil rouge di cantine, villaggi a graticcio, colline coperte di viti caratterizza questo suggestivo percorso. Per molti, la visita è l’occasione per conoscere il patrimonio architettonico e il sapere enologico: un bicchiere di riesling o gewürztraminer nei paesi ai piedi della rocca, lo sguardo che risale alla cinta merlata.
Come organizzare la visita: accessi, orari, servizi
Il castello di Haut-Koenigsbourg si trova nel comune di Orschwiller, nel Basso Reno (Alsazia, Francia). L’accessibilità è pensata per un pubblico ampio, ma la natura del sito – pendii, scale interne (circa trecento), tratti sterrati – richiede qualche attenzione. Dalla zona parcheggio (gratuita, circa 150 posti) si raggiunge l’ingresso con un sentiero in salita di circa 300 metri. I passeggini non sono consigliati, meglio marsupi o soluzioni equivalenti per i più piccoli. All’interno, rampe, corrimani e segnaletica accompagnano lungo i livelli. Servizi igienici, armadietti, bookshop, ristoro e negozio di souvenir sono disponibili presso l’accesso. L’ingresso agli animali non è ammesso, fatta eccezione per i cani guida.
Quanto alle aperture, il castello di Haut-Koenigsbourg osserva una chiusura solo il 1° gennaio, il 25 e il 26 dicembre. Nella bella stagione (luglio-agosto) apre 9:00–19:00 con ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Nei mesi invernali l’orario si riduce a 9:30–17:00 (con lunedì a chiusura anticipata). La biglietteria propone una tariffa intera di 12 €, ridotto 8 € per 6–17 anni, gratuito sotto i 6 anni, e una formula famiglia a 30 € (2 adulti + max 2 minori). L’ingresso gratuito è previsto la prima domenica del mese da novembre a marzo e durante le Journées européennes du Patrimoine di settembre.
Come arrivare al castello di Haut-Koenigsbourg
In auto si percorre l’A35 (uscite 17 o 18) e si prosegue sulle dipartimentali D1059/D159. Le distanze orientano bene la pianificazione: Sélestat dista 12 km, Colmar circa 26 km (35 minuti), Strasburgo 55 km (circa 55 minuti). Con i mezzi pubblici, la navetta 500 collega la stazione SNCF di Sélestat al castello: corsa 2,50 € con sconto riservato sul biglietto d’ingresso. Il servizio opera da marzo a dicembre con giorni di attività variabili, da verificare in anticipo. A piedi o in bici è possibile salire lungo sentieri che serpeggiano tra vigneti e boschi.





